Ahoy

Ahoy

“Ricchezza, fama, potere.. c’è stato un uomo che ha conquistato tutto questo….” ma questa è un’altra storia, anche se sempre di pirati si tratta!

Sto parlando di Ahoy, gioco a tema piratesco da 2 a 4 bucanier…ehm volevo dire giocatori, della Leder Games ed edito in Italia dalla MS edizioni.

Fonte Ms Edizioni

In Ahoy rappresentiamo una di 4 fazioni che si contendono i mari per raggiungere più fama alla fine della partita. C’è subito da dire che tali fazioni sono totalmente asimmetriche ma si dividono in due gruppi principali: aggressive e di controllo territorio da un lato e contrabbandieri dall’altro.

Infatti se si gioca in due si useranno solo Lo squadrone Granfauci e L’unione dei Molluschi, molto incentrati alla battaglia e all’attacco; se invece si gioca in 3 o 4 andranno ad aggiungersi i contrabbandieri che dovranno principalmente commerciare merci in giro per le isole.

Fonte Ms Edizioni

Ma che tipo di gioco è Ahoy? È un gestione/piazzamento dadi con selezione delle azioni tramite essi.
Il tutto si svolge in una serie non prefissata di round e la fine della partita si innesca una volta che qualcuno raggiunge i 30 punti fama: si calcolano restanti punti aggiuntivi finali e si decreta il vincitore.

In ogni round ogni giocatore svolge due turni, piazzando due dadi ciascuno. Solo lo squadrone che possiede un dado in più può fare un turno aggiuntivo con solamente un dado.

Come abbiamo già detto, ogni fazione agisce in modo diverso per giungere alla vittoria e, tralasciando tutte le varie singole azioni ed effetti di ogni schieramento che vi lascio il gusto di scoprire, cerco di darvi un’idea del tutto.

Fonte Ms Edizioni

La mappa su cui andremo a muovere le nostre flotte è componibile e casuale ogni volta, dato che si parte sempre con due regioni e man mano che si esplora si aggiungeranno pezzi di mare pescati casualmente da una pila di tessere. Su di esse troviamo isole, relitti, banchi di nebbia, porti e correnti.

Le due fazioni battagliere prendono punti ogni fine round in base alle maggioranze per il controllo del territorio nelle varie regioni di mare che occupano. Ogni regione vale un determinato numero di punti in base alla sua ricchezza, influenzabile dai commerci dei contrabbandieri.

D’altro canto, per questi ultimi, l’unica cosa di cui devono preoccuparsi è prendere merci dal mercato e consegnarle nelle isole corrispondenti facendo punti con la vendita. Poi a fine partita prenderanno ulteriori punti per delle “scommesse” fatte, cercando di prevedere a chi andrà il controllo delle isole in cui hanno precedentemente commerciato.

Durante la partita tutti hanno anche la possibilità di combattere con gli altri giocatori, prendendoli a cannonate e facendogli seri danni, che tradotti a livello di gioco, bloccano degli spazi azione sulle loro plance.

Fonte Ms Edizioni

Insomma, Ahoy si presenta come un Root marinaresco, anche se leggermente semplificato. La distinzione tra le fazioni è molto netta ma a coppie: difatti come avrete già capito due fazioni si daranno battaglia a colpi di maggioranze, mentre le altre si faranno gli affari loro continuando a trasportare e consegnare le merci di qua e di là della mappa. Questo fa si che, in base alla fazione usata, si facciano quasi due giochi completamente diversi, uno con più interazione, l’altro con meno. Ma il tutto si intreccia bene, perché la ricchezza delle regioni dipende esclusivamente dai contrabbandieri, e questo attirerà maggiormente le navi avversarie per accaparrarsene il controllo.

Se vi piacciono i giochi asimmetrici, siete fan di Root, e adorate le illustrazioni un po’ surreali di Kyle Ferrin, allora Ahoy può fare al caso vostro!

Ahoy, forse ha un unico difetto: in un gioco di pirati manca una scimmia a tre teste!

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